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Museo Archeologico Nazionale Cagliari - SCRIPTA MANENT? Considerazioni sulla scrittura, sopravvissuta, in Sardegna

Basilica San Saturnino (Cagliari) - Diretta streaming, giovedì 23 febbraio 2023

Quattordicesimo appuntamento dei “Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio” a cura di Maria Antonietta Mongiu e Francesco Muscolino.

Questa settimana Luisa D’Arienzo, paleografa e Presidente della Deputazione di Storia patria della Sardegna, terrà un incontro dal titolo“SCRIPTA MANENT? CONSIDERAZIONI SULLA SCRITTURA, SOPRAVISSUTA, IN SARDEGNA”.

Tra le tante discussioni uggiose sulla Sardegna antica, quella sulla scrittura merita ampia attenzione. Dal senso di fastidio perché da una parte, acriticamente, insiste non solo sull’esistenza, persino, sulla presunta primogenitura in Sardegna e, dall’altra, con pari foga ideologica, ne nega l’esistenza.

Le acquisizioni assai innovative dell’archeologia di questi decenni, specie per il Neolitico e le fasi del Bronzo, potranno superare teorie falsifazionistiche o negazionistiche in favore di indagini più accurate e per singoli casi.

Non è accertato, comunque, se sia esistita una scrittura in Sardegna in epoca nuragica. Su questo tema i massimi archeologi, tra i quali Massimo Pallottino che ebbe cattedra anche in Sardegna, e Giovani Lilliu, si è espressa in senso negativo, mettendo in evidenza la totale assenza di documentazione attendibile. Dobbiamo aspettare l’epoca fenicia per avere le prime attestazioni certe sull’uso di un alfabeto organizzato, grazie al ritrovamento di numerosi reperti, il più celebre dei quali è la cosiddetta stele di Nora, databile tra il X e IX sec. a.Cristo, ritrovata nel XVIII secolo nei pressi della chiesa di S. Efisio di Pula. Si tratta di una scrittura alfabetica vergata da destra verso sinistra, secondo l’uso semitico, che riporta ad un’epoca in cui i fenici, insediatisi nell’isola, avviarono una significativa economia mercantile incentrata su forme di scambio culturale basate sulla scrittura. Seguirono poi le forme grafiche portate dai cartaginesi (insediati nell’isola alla metà del VI secolo a. C.) che si mescolarono agli usi grafici fenici, dando luogo ad una scrittura mista denominata fenicio-punica; ma è con la conquista romana, a partire dal 215 a.C., che l’isola entrò in modo definitivo nell’alveo della cultura latina recependo la scrittura e la civiltà del dominatore.

La storia della scrittura in Sardegna dobbiamo infatti vederla, attraverso il susseguirsi delle dominazioni nell’isola: da Roma a Bisanzio, dalla Corona d’Aragona all’impero spagnolo, ai Savoia, tenendo presente che i vincitori hanno sempre tentato di distruggere la cultura e la memoria scritta dei vinti a partire dai loro archivi. La scrittura, infatti, è potere, come già dimostrarono i romani attraverso la pratica della damnatio memoria finalizzata alla distruzione del ricordo dei nemici; ma in Sardegna, nonostante le reiterate devastazioni, è rimasta una significativa traccia della cultura e delle scritture isolane.

Il più delle volte però dobbiamo andare a cercare le fonti scritte fuori dall’isola, soprattutto negli archivi della Corona d’Aragona, di Simancas, di Pisa, di Firenze, di Genova e nel grande Archivio Apostolico Vaticano.

(#MuseoArcheologicoCagliari)

L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del Museo.

 

Ultimo aggiornamento: 22 febbraio 2023
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